COS’È?
Il Monkeypox, ex vaiolo delle scimmie, è un’infezione zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo) causata da un virus a DNA a doppio filamento che appartiene al genere Orthopoxvirus della stessa famiglia del vaiolo (Poxviridae) ma che si differenzia da questo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca.Si tratta di un infezione a carattere endemico in alcune aree dell’Africa centrale che solo a partire da maggio 2022 ha provocato dei focolai anche in Europa e USA. A agosto 2024 l’OMS ha dichiarato l’allerta per la comparsa di una nuova variante clade Ib che ha caratteristiche di trasmissibilità e di rischio moderatamente maggiori rispetto al ceppo precedente.
Al momento in Italia non c’è nessun motivo di allarme particolare.
L’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, valuta il rischio di contrarre la malattia in Europa Basso-Moderato, e non si ritiene probabile il ritorno di una situazione come quella del 2022, ma solo di casi sporadici di importazione.
Particolare attenzione deve essere posta, però, in caso di viaggi nelle aree colpite: in primis la Repubblica Democratica del Congo dove l’epidemia si è accesa, ma anche Burundi, Ruanda, Uganda e Kenya. Al momento è da considerarsi a rischio tutta l’Africa Centrale e chi ha viaggiato recentemente in quelle zone deve prestare attenzione ai contatti con altre persone.
QUALI SONO I SINTOMI?
I sintomi più caratteristici all’esordio sono febbre (talvolta anche molto alta), astenia, dolori muscolari, cefalea e un ingrossamento delle ghiandole (linfonodi) soprattutto del collo, delle ascelle e/o dell’inguine.
Le lesioni sulla pelle sono variabili: si possono trovare macchie, bolle, vescicole, le quali possono eventualmente ulcerarsi e diventare croste. È possibile anche trovare lesioni di diverso tipo in una stessa persona. Il numero, le dimensioni e la localizzazione possono variare e possono essere scambiate per altre IST, punture d’insetto, peli incarniti o semplici brufoli. Generalmente si concentrano nelle zone più esposte sessualmente (zona genitale, perianale o in bocca).
Generalmente i sintomi durano dalle due alle quattro settimane.
Quando questi sintomi sono più severi possono richiedere il ricovero: principalmente per la gestione del dolore (soprattutto quando le lesioni sono anorettali), per sovrainfezioni dei tessuti molli o per motivi di isolamento. Meno frequenti sono le faringiti (con difficoltà a mangiare e bere) e le lesioni oculari. Le complicanze gravi, come epiglottite, miocardite e insufficienza renale acuta, sono molto rare. In letteratura, nei paesi endemici, viene riportata una mortalità che varia dall’1% al 10%.
COME SI TRASMETTE?
Il virus si trasmette attraverso il contatto fisico diretto sia sessuale che non sessuale con le lesioni della pelle o delle mucose (bolle, ulcere, pustole, afte) o con oggetti che siano stati a contatto diretto con queste lesioni (come vestiti, lenzuola o asciugamani). Se durante l’epidemia europea del 2022 il virus ha circolato maggiormente tra persone MSM (uomini che fanno sesso con uomini) attualmente nei paesi in cui sono riportati casi di clade Ib non ci sono gruppi che hanno una maggiore prevalenza rispetto ad altri. In letteratura si parla anche di trasmissione tramite goccioline respiratorie e verticale madre-figlio.
Il virus si trasmette attraverso il contatto fisico diretto sia sessuale che non sessuale con le lesioni della pelle o delle mucose (bolle, ulcere, pustole, afte) o con oggetti che siano stati a contatto diretto con queste lesioni (come vestiti, lenzuola o asciugamani). Se durante l’epidemia europea del 2022 il virus ha circolato maggiormente tra persone MSM (uomini che fanno sesso con uomini) attualmente nei paesi in cui sono riportati casi di clade Ib non ci sono gruppi che hanno una maggiore prevalenza rispetto ad altri. In letteratura si parla anche di trasmissione tramite goccioline respiratorie e verticale madre-figlio.
La letteratura scientifica non ha mai dimostrato che le persone asintomatiche siano contagiose. Però le lesioni cutanee vengono spesso confuse con altro , quindi può succedere di avere contatti diretti anche quando si è già infettivə, sottovalutando quelli che sembrano semplici foruncoli, ed essere contagiosə senza averne consapevolezza.
L’ECDC dichiara: “La probabilità di infezione è considerata moderata per le persone con più partner sessuali che non sono state precedentemente infettate da MPOX clade IIb o non sono state vaccinate nell’epidemia del 2022. Questa valutazione si basa sulla difficoltà di controllare la diffusione dell’infezione durante l’epidemia di clade II nel 2022/23 in questo gruppo target. Sebbene la gravità della malattia sia nella maggior parte dei casi bassa, le persone immunocompromesse e quelle con un’infezione da HIV non trattata potrebbero manifestare una gravità clinica moderata. Nel complesso, il rischio per queste popolazioni è moderato.”
PERIODO DI INCUBAZIONE
Il tempo di incubazione, ossia il periodo fra l’infezione e l’insorgenza dei sintomi, è tra i 5 e i 21 giorni.
COME SI FA DIAGNOSI?
Per la diagnosi è necessario prelevare il materiale all’interno delle lesioni cutanee (tramite un tampone) e/o frammenti delle lesioni stesse ed eseguire su di essi un test molecolare di amplificazione dell’acido nucleico (NAAT, come la PCR). Soprattutto nella fase iniziale, in assenza di lesioni cutanee, è possibile eseguire un tampone oro-faringeo. Altri campioni che è possibile analizzare sono: sangue, urina, saliva, liquido seminale e tamponi rettali o genitali.
I test sierologici, che rilevano gli anticorpi IgM e IgG contro il virus, da soli non sono sufficienti per porre diagnosi ma possono essere utili in caso di risultati dubbi dei test molecolari.
COSA FARE SE PRESENTO SINTOMI?
Se hai bolle, ulcere, pustole o afte in qualunque parte del corpo, febbre, linfonodi ingrossati, fastidi o dolore nel canale anale o hai avuto contatto sessuale con una persona che è risultata poi positiva al vaiolo delle scimmie, contatta il tuo medico oppure recati a uno dei centri IST cittadini per un controllo.
HO L’MPOX: COSA DEVO FARE?
Se hai ricevuto una diagnosi di infezione da MPOX, segui le indicazioni ricevute dal tuo medico o dal dipartimento di prevenzione del tuo territorio, sia per quel che riguarda gli eventuali farmaci da assumere sia per quel che riguarda il tracciamento dei contatti e l’isolamento.
Inoltre, dal momento della diagnosi fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle, dovrai:
- rimanere in isolamento a casa in una stanza dedicata ed uscendo solo temporaneamente (per visite mediche e/o per fare esercizio fisico fondamentale per la propria stabilità mentale) indossando una mascherina chirurgica e coprendo le lesioni cutanee (vestiti con maniche e pantaloni lunghi);
- utilizzare oggetti domestici (vestiti, lenzuola, asciugamani, stoviglie etc.) dedicati e non condivisi;
- disinfettare le superfici utilizzando soluzioni di ipoclorito di sodio allo 0,5% (candeggina diluita) o altro disinfettante con proprietà virucide e lavare indumenti e biancheria a cicli di 60°C, inoltre la pulizia degli ambienti, degli indumenti e della biancheria deve essere eseguita con cura per evitare la sospensione di materiale infettivo nell’aria;
- evitare il contatto con persone immunocompromesse e contatti stretti o intimi, inclusa l’attività sessuale, con altre persone;
- evitare il contatto con qualsiasi mammifero da compagnia, in particolare roditori e lagomorfi, e segnalare alle autorità veterinarie eventuali contatti recenti;
- provvedere ad un’accurata igiene delle mani e respiratoria, utilizzando una mascherina chirurgica in caso di contatto con altre persone;
- raccogliere tutti i tuoi rifiuti in un unico sacco, facendo particolare attenzione agli oggetti taglienti e ai materiali venuti a contatto con le lesioni cutanee o i fluidi corporei, utilizzando guanti monouso e infilando il primo sacco in un secondo sacco per prevenire eventuali rotture.
Per una maggior precauzione l’OMS suggerisce a chi ha avuto un’infezione da Monkeypox di utilizzare sistemi barriera nei rapporti sessuali per almeno 12 settimane dopo la guarigione, finché non si saprà di più sui livelli del virus e sulla potenziale infettività. Tuttavia non è stato ancora accertato se dopo la guarigione mucose e fluidi corporei (sperma e liquidi vaginali) siano in grado di diffondere il virus e in che modalità.
ESISTONO DEI FARMACI CONTRO L’MPOX?
In Europa raramente è necessario ricorrere a farmaci specifici per la gestione dell’infezione da MPOX.
Attualmente è disponibile il tecovirimat, un farmaco in compresse da assumere due volte al giorno per quattordici giorni.
In casi rari può essere utilizzato il cidofovir, un farmaco in flebo da fare ogni due settimane.
Infine, si possono trasfondere immunoglobuline vacciniche.
ESISTE UN VACCINO?
Esiste un vaccino MVA-BN (Modified Vaccinia Ankara – Bavarian Nordic, nome commerciale Jynneos/Imvanex) distribuito solo in alcuni centri vaccinali per regione. Inizialmente il vacciono era consigliato a:
- personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus;
- persone maggiorenni gay, transgender, bisessuali e altri MSM che rientrano in almeno uno dei seguenti criteri di rischio:
1) storia recente (ultimi tre mesi) con più partner sessuali;
2) partecipazione a eventi di sesso di gruppo;
3) partecipazione a incontri sessuali in locali/club/cruising/saune;
4) recente IST (almeno un episodio nell’ultimo anno);
5) abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche (chemsex).
Siamo in attesa di comprendere se queste indicazioni che erano relative all’epidemia del 2022 verranno confermate o meno dalle nuove linee guida. Per maggiori informazioni fare riferimento al centro vaccinale del proprio territorio.
Chi in passato ha ricevuto il vaccino contro il vaiolo oppure chi ha concluso il ciclo vaccinale di due dosi di MVA-BN da oltre due anni riceverà una sola dose di richiamo.
Le persone già risultate infette da Monkeypox non dovranno effettuare il vaccino: l’infezione naturale fornisce già un’adeguata protezione.
N.B.: Il vaccino MVA-BN (Jynneos/Imvanex) può essere somministrato sottocute nella spalla (in dose 0,5 mL) oppure intraderma nell’avambraccio, dal lato del palmo della mano (in dose 0,1 mL). Non vi sono differenze sostanziali di efficacia fra le due somministrazioni, però quella intradermica permette di poter vaccinare fino a cinque persone con una sola fiala di vaccino. Entrambe le somministrazioni, in ogni caso, NON lasciano alcuna cicatrice (a differenza del vecchio vaccino contro il vaiolo). Anche gli effetti collaterali sono generalmente limitati e ben tollerati.
Inoltre il vaccino deve essere conservato in congelatore e poi scongelato poco prima dell’iniezione: è quindi importante rispettare eventuali orari di prenotazione per evitare che la fiala vada buttata.ali orari di prenotazione per evitare che la fiala vada buttata.
* PAGINA MPOX IN CONTINUO AGGIORNAMENTO *
Le informazioni di questa pagina verranno aggiornate contestualmente all’evoluzione della situazione