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I diritti non si attaccano, si difendono

Il 25 novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza di genere. Esistono molti modi di agire violenza e discriminazioni, come per esempio negare i diritti o peggio il voler attaccare le poche leggi che tutelano le donne.


Giù le mani dai nostri corpi!

Nel 1978 l’aborto in Italia diventa un diritto, ma oggi, dopo 41 anni dal referendum abrogativo che ha visto migliaia di persone scendere in strada per difenderlo, possiamo ancora dire che in Italia è garantita la possibilità di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza?      

La presenza di percentuali sempre più alte di medici obiettori negli ospedali pubblici, la mancanza di consultori laici e pubblici che forniscano informazioni corrette sono ostacoli all’autodeterminazione delle persone. In tanti Paesi del mondo l’aborto è ancora illegale e le donne si trovano a dover abortire all’estero o, peggio ancora, a dover ricorrere ad aborti clandestini rischiando la vita. 

VOGLIAMO UNA RIFORMA STRUTTURALE E FINANZIARIA DEI CONSULTORI, PER RENDERLI DAVVERO ACCESSIBILI, LAICI E CON UNA PRESENZA NON SOLO NEI CENTRI URBANI MA SOPRATTUTTO NELLE PERIFERIE.


NO è NO

L’Italia è uno degli otto Paesi dell’Unione Europea a non prevedere un programma di educazione sessuale nelle scuole di alcun grado. La scuola è uno dei primi luoghi in cui l’espressione della propria personalità si confronta con i modelli prevalenti nella società e la sessualità e l’affettività sono parte integrante dell’essere umano e della sua identità.

Vogliamo nella scuola di ogni ordine e grado un’educazione all’affettività, alla relazione e ad una sessualità che metta al centro il rispetto di se stesse e le altre persone. Un’educazione sessuale positiva e consapevole può aiutare le giovani nella prevenzione delle IST/HIV e nell’accesso alla contraccezione e supportarle nel riconoscimento e contrasto alla violenza di genere, al bullismo, al cyberbullismo e al revenge porn.

L’educazione al consenso è fondamentale per sradicare gli stereotipi di genere e una cultura patriarcale e per favorire il consenso all’interno delle relazioni intime.

NO vuole dire NO, dovrebbe essere chiaro e invece, non lo è affatto. Ecco il perché dell’importanza del definire il concetto di “consenso sessuale”: è necessario rendere il limite ancora più chiaro, già a partire dalla scuola. Tutto quello che non è un SÌ netto, è violenza. Per questo è fondamentale far entrare questo tema nel dibattito pubblico e insegnarlo partendo proprio dalle scuole


Attaccare i diritti è violenza

Vulvodinia, neuropatia del pudendo, fibromalgia ed endometriosi e dolore pelvico cronico sono malattie socialmente invisibili, ma non per chi vive quotidianamente. E non sono riconosciute dal Sistema Sanitario Nazionale (solo l’endometriosi lo è parzialmente). 

L’assenza di riconoscimento da parte del SSN, il ritardo diagnostico e la mancanza di personale sanitario qualificato sono la  prova di un sistema sanitario negligente nei confronti del corpo delle donne e delle persone AFAB (Assigned Female At Birth, femmina assegnata alla nascita), incapace di fornire assistenza e tutela alle persone che soffrono di queste patologie.

Vogliamo prevenzione, diagnosi precoce e miglioramento della qualità delle cure. Vogliamo essere credute e supportate dal personale sanitario.

Vogliamo il riconoscimento come patologia invalidante e il sostegno economico alle persone che ne sono affette.

_ Rete Donne Transfemminista, Arcigay e Team Healthy Peers