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Giovani e sessualità, dopo l’isolamento aumentano i comportamenti a rischio: solo 1 su 2 usa il preservativo.

Dopo l’isolamento aumentano i comportamenti a rischio: solo 1 giovane su 2 usa il preservativo. Ma la scuola può invertire la rotta.

Rispetto al periodo pre-pandemia diminuisce la quota dei giovani sessualmente attivi che si proteggono durante i rapporti. In un contesto che allarma per l’approccio precoce al sesso e per la disinformazione sui rischi riguardo le IST

Dopo un anno e mezzo all’insegna del distanziamento sociale, a molti giovani servirebbe un sostanzioso ripasso sull’educazione all’affettività e alla sessualità. Una disciplina che, forse, meriterebbe addirittura di entrare in pianta stabile nelle scuole, specie alla luce dei dati rilevati dalla nuova edizione dell’Osservatorio “Giovani e Sessualità”, realizzato da Durex e Skuola.net, in collaborazione con EbiCo, spin-Off accademico dell’Università di Firenze.

L’indagine, che viene svolta annualmente dal 2018, ha infatti fissato – grazie ad un cospicuo campione di oltre 15.000 ragazzi, tra gli 11 e i 24 anni – il punto da cui ripartono preadolescenti, adolescenti e giovani adulti. Segnalando una situazione che già in condizioni normali non lascerebbe dormire sonni tranquilli. Figuriamoci dopo un isolamento così prolungato, con tutta la voglia di tornare a vivere che porta con sé.

Precoci ma ancora poco “educati”

Dai primi risultati dell’indagine, ad esempio, emerge un approccio sempre più precoce delle nuove generazioni alla sessualità: il 42% degli intervistati, infatti, afferma di aver avuto il primo rapporto sessuale tra i 15 e i 16 anni, ma c’è anche chi dichiara di aver avuto la sua prima esperienza prima dei 13 anni (3%).

Il dato più preoccupante che viene fuori dall’indagine è che questo approccio così precoce risulta essere accompagnato dalla messa in atto di comportamenti poco consapevoli e molto spesso a rischio: tra gli intervistati, meno della metà (49%) è solito utilizzare il preservativo, dato che diventa ancor più preoccupante se confrontato con il 57% del 2018.

Inoltre, parlando di contraccezione, alla domanda sull’utilizzo del coito interrotto, più della metà del campione (63%) ha dichiarato di aver utilizzato questa pratica, dato in progressivo aumento rispetto agli anni scorsi (2018, 52%; 2019, 57%; 2020, 62%). L’indagine indica poi una percentuale quasi raddoppiata rispetto al 2020 di coloro che sono convinti dell’efficacia di questo metodo contro gravidanze indesiderate e Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST): 15% nel 2021 vs 8% nel 2020. Al contrario, in netto calo rispetto al passato, è il numero di coloro che si dichiarano consapevoli dell’inefficacia di questo metodo: 48% nel 2021 contro il 58% nel 2018.

In troppi rischiano grosso, inconsapevolmente

L’Osservatorio rileva poi un altro aspetto altrettanto preoccupante, relativo al fatto che quest’approccio così precoce al mondo della sessualità sembra essere sempre più accompagnato da una scarsa conoscenza delle IST. Il 45% degli intervistati, infatti, ha conoscenze confuse in merito questo tema e a testimoniarlo c’è la risposta alla domanda “Quali tra queste NON è una malattia sessualmente trasmissibile tra: cistite, clamidia, gonorrea, HIV, papilloma virus e sifilide?” Solo il 55% degli intervistati ha risposto correttamente, scegliendo la cistite.

La scarsa consapevolezza sui rischi per la propria salute e per quella altrui è accompagnata poi dalla mancata adesione a programmi di prevenzione e di screening: il 68% dei giovani intervistati non si è infatti mai rivolto a specialisti (ginecologi, andrologi), solo il 6% ha effettuato un test per la diagnosi dell’HIV e il 7% per la diagnosi di altre infezioni.

In pochi si confrontano con gli adulti

La situazione è poi ulteriormente aggravata dallo scarso confronto e dialogo. I giovani, infatti, non sembrano sentirsi a loro agio nell’affrontare questa tematica con la famiglia: il 54%, infatti, dichiara di non parlare con i genitori di prevenzione e sesso sicuro. Tra le motivazioni, il 39%non si sente a proprio agio nel farlo e il 27% sostiene che il sesso sia un argomento tabù a casa.

La mancanza di questo confronto e dello scambio con figure più esperte come i genitori o gli adulti di riferimento, unita alla necessità e al desiderio di conoscenza, comporta l’esposizione dei giovani ad informazioni potenzialmente a rischio di fake news e di conoscenze sbagliate e fuorvianti: il 50% è infatti solito cercare informazioni sul sesso e sulla contraccezione su internet, seguito poi da coloro che si confrontano con gli amici (11%) e da chi invece sceglie, addirittura, di non chiedere a nessuno (86%).

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