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Ragazzi Chimici. Confessioni di Chemsex

Nel nome di sesso e droga. Chemsex, la liturgia profana. “Ragazzi Chimici. Confessioni di Chemsex” di Angela Infante, Andrea Mauri e Filippo Maria Nimbi

Pubblicare un libro come Ragazzi chimici. Confessioni di Chemsex è senz’altro una decisione coraggiosa, dal momento che sesso e droga sono due parole il più delle volte innominabili, cariche di errori e profondi sensi di colpa, per non parlare di uomini che hanno rapporti con uomini (MSM Men who have sex with men). Ciononostante, il chemsex è un fenomeno quanto mai attivo, anche nel nostro bello ed educato paese.
 
Angela Infante, counselor ed educatrice presso il Policlinico di Tor Vergata, Andrea Mauri, scrittore, e Filippo Nimbi, psicologo e psicosessuologo hanno fermato su carta alcune delle confessioni sincere, dieci per essere precisi, di uomini che con il chemsex hanno avuto e continuano ad avere esperienza. Non importa se si tratta di Flavio, Salvo, Luca o Sebastiano. Tutti raccontano nelle pagine di Ragazzi chimici di sentirsi drammaticamente soli, in un mondo che offre solo un ingombrante disagio, più forte delle emozioni e dei sentimenti. Il Crystal, il GHB, il Mef, la Basata sono quelle bombe chimiche esplosive che contengono l’inadeguatezza, che fanno superare qualsiasi diversità, qualunque stereotipo anche quello dell’estetica gay. 

Olga Brandonisio intervista Angela Infante, Andrea Mauri e Filippo Nimbi


«Il chemsex è la bottiglia di vino che rende interessante la cena» (p. 24), dice uno dei dieci uomini, consapevole che l’alterazione chimica offre nuove forme e nuove prospettive, lontane dalle difficoltà quotidiane, come la solitudine e il senso di non appartenenza al mondo. «La droga mi aiuta in questo, accentua la separazione in modo che possa finalmente pensare a quello che voglio. Di fatto non reggo il controllo esterno. Con le sostanze cadono muri e barriere» (p. 35). Sì, perché con le sostanze arriva la sensazione di potenza e invincibilità, e allora perché non abbinarci il sesso, anche se «mai avrei immaginato di provare le droghe. Erano cose molto lontane da me e soprattutto molto care» (p.36)….


Leggi la recensione di Olga Brandosio in forma integrale: Ragazzi chimici. Confessioni di Chemsex