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ASSOLTO

3 considerazioni sul caso di BARI

Dopo 6 anni di inchiesta per tentate lesioni gravissime un uomo che vive con HIV, accusato di aver fatto sesso con una donna e non averla informata del suo stato sierologico, è stato dichiarato innocente, poichè sotto terapia antiretrovirale efficace e quindi conscio di non poter trasmettere l’infezione. 

Questo fatto, una persecuzione legale basata su assunti antiscientifici, ci ricorda quanto la sierofobia non sia un semplice fenomeno culturale, ma un dispositivo che lede diritti reali, e che attraverso vuoti legislativi impedisce, o rende ingiustamente complicato, l’accesso a molti servizi sanitari, alle assicurazioni o alle adozioni. E che troppo spesso, ancor prima di interferire con le relazioni sociali, espone al rischio di non trovare una casa in affitto o un lavoro.

Non sono mancati neanche questa volta articoli che hanno optato per l’utilizzo sostantivato di “un sieropositivo” al posto di “persona che vive con HIV” o “persona sieropositiva all’HIV”, espressioni che eviterebbero di ridurre una persona ad una condizione che vive. Ma ancora più indicativo è l’assunto alla base di tanti titoli: “nascose” il proprio status, “rivelò il proprio status SOLO l’indomani”, “fece sesso senza confessare la propria positività all’HIV” etc. 

Quando si vive con HIV non è obbligatorio comunicarlo. Supporre che se stiamo facendo sesso senza profilattico si sia negativi all’HIV e altre infezioni è il malinteso che sta alla base della maggior parte delle trasmissioni, che avvengono proprio nell’insconsapevolezza del proprio status. Responsabilità è conoscere il proprio status, non delegare la responsabilità all3 propri3 partner sessuali.

Di buono c’è, che al netto dell’isteria che un coming out sierologico sembra ancora in grado di generare, la notizia ha ribadito con forza quello che ripetiamo da anni e che la campagna #ImpossibileSbagliare celebra da mesi: una persona che vive con HIV, segue regolarmente la terapia e raggiunge una carica virale stabilmente non rilevabile, non trasmette il virus all3 partner con cui ha rapporti sessuali non protetti dal profilattico.

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