Definire il piacere non è semplice. Per convenzione, lo associamo a un “senso di viva soddisfazione che deriva dall’appagamento di desideri fisici o spirituali o di aspirazioni di vario genere” (Enciclopedia Treccani), ma sulla sua natura, in filosofia, si dibatte già dai tempi di Socrate, e senza venirne a capo. Platone, ad esempio, lo mette in relazione al bene, Epicuro ne parla in termini di soddisfazione di un bisogno.
Nel Medioevo se ne dice male mentre nell’Umanesimo e nel Rinascimento, la considerazione del piacere migliora per trovare, in età moderna, la sua giustificazione nell’etica dell’azione. Il principio del piacere per Freud, è alla base del funzionamento psichico. Jung con il concetto più ampio di libido, parlerà invece di energia psichica vitale ben oltre la dimensione sessuale.
In tutto ciò, sembra assodato che il piacere afferisca, prima di ogni altra cosa, ad un vissuto personale e soggettivo – non sovrapponibile né equiparabile o assimilabile a quello di altre persone – che sostiene ed accompagna anche la nostra sessualità.
In questo caso, il piacere è connesso alla risposta sessuale, cioè a quell’insieme di fenomeni fisici e psichici che avvengono nel corpo umano, in seguito ad uno stimolo erotico. La nostra risposta sessuale viene esplicitata nelle fasi di eccitamento, plateau, orgasmo e risoluzione, e l’intensità e la durata di queste fasi è variabile.
L’eccitamento è determinato da stimoli erotici fisici (carezze, stimolazione genitale ecc.) e sensoriali (odore della pelle e delle secrezioni, fantasie erotiche). Quando la tensione sessuale generata dall’eccitazione persiste, si raggiunge la fase del plateau, caratterizzata dal perdurare dell’eccitazione fisica fino al raggiungimento dell’orgasmo.
L’orgasmo si manifesta con una punta di godimento intenso e involontario nel quale si riversano tensioni fisico-psichiche avvertite a livello genitale e non solo. La fase di risoluzione vede una progressiva diminuzione della tensione sessuale fino al ritorno del corpo allo stato di non eccitazione. L’orgasmo non è l’unico esito prevedibile e previsto dell’eccitazione legata all’attività sessuale. Interiorizzare questo è utile ad evitare di subordinare il piacere sessuale alla performance.
Esplorare la sessualità senza pretendere o presumere di possedere la mappa del piacere proprio ed altrui, è un esperimento che ti consigliamo di fare. Potresti sorprenderti dei territori sconosciuti in cui ti capiterebbe di approdare. Il piacere sessuale produce modificazioni nel corpo, ma è nella percezione di sé che avviene il cambiamento più importante. Il piacere sessuale è uno strumento potente attraverso il quale possiamo imparare ad accoglierci per quello che siamo, anche quando i nostri corpi non sono conformi alle aspettative di genere.
Il piacere è anche lo spazio in cui agisce il desiderio che nelle sue espressioni libere è la forma più alta e più efficace di ribellione a quel controllo che culturalmente viene esercitato sui nostri corpi. Ci piace pensare al piacere non solo come a qualcosa a cui abbiamo diritto ma come a qualcosa a cui abbiamo libero accesso. Del piacere ci insegnano ad avere paura. Volevano convincerci che nel piacere si compie il peccato originale, che darsi e dare piacere con l’autoerotismo, causi dipendenza e persino cecità. Noi pensiamo invece che il piacere sia una specie di super potere, un elisir di benessere, uno sguardo di meraviglia sul mondo.
Il corridoio magico attraverso cui siete entrati nel SEX PARK.